Rotary International

2070° Distretto Italia

Rotary Club Parma Est

 

 

 

 

 

SEBASTIANO RICCI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INNOVARE LA POLITICA FORESTALE

 

per restaurare le foreste nei boschi cedui: ambiente e occupazione

 

Le risorse finanziarie

 

 

 

 

 

Parma – maggio 2002

 

 

 

 

 

 

INDICE

 

Innovare la Politica Forestale pag. 3

Le risorse finanziarie pag. 6

Grafico di confronto incrementi legnosi dei cedui, fustaia transitoria e fustaia definitiva da seme pag. 8

Bibliografia pag. 9

Il "Cammino" del Restauro delle Foreste pag. 10

Inventario forestale italiano: statistica forestale, superficie boscata per forma di governo, e boschi cedui per specie pag. 15

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Copyright maggio 2002

 

 

Sebastiano Ricci (già Responsabile del Corpo Forestale dello Stato per l’Emilia Romagna)

 

 

Nel 1992 a Rio de Janejro la Conferenza delle N.U. su "ambiente e sviluppo" approvò la dichiarazione dei principi forestali per la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste. A Helsinki (1993), poi, furono fissati i criteri guida: a) per la gestione sostenibile delle foreste, b) per la conservazione della biodiversità, c) per il mantenimento degli equilibri climatici mediante il miglioramento dell’efficienza del patrimonio forestale. Tali criteri sono stati sempre ribaditi nelle successive annuali conferenze internazionali e sempre sottoscritti dai nostri Governi. I parametri fissati a Kyoto (1997) vanno raggiunti entro il 2008-2012. A Bonn, il 23/7/01, è stato riconosciuto il concorso della gestione sostenibile delle foreste per prevenire il riscaldamento del pianeta. Bisogna ricordare che per produrre un metro cubo di legname occorrono anche circa 820 m.c. di biossido di carbonio, che le piante prelevano dall’atmosfera depurandola: i boschi governati a ceduo producono mediamente poco meno di 3 m.c. anno ettaro di legna mentre le foreste, governate ad alto fusto (o fustaia, o foresta) hanno incrementi di 5,6 m.c. anno ettaro di legname (primo inventario forestale nazionale 1985, del C.F.S.).

In questa ottica, il problema dei nostri cedui presenti su 3.673.800 ettari (il 63% delle foreste qualificate, il restante 37% essendo costituito dall’alto fusto) emerge con tutta la sua gravità perché questi ecosistemi, trattati per lo più con tagli a raso e con turni molto brevi dai 10 ai 25 anni circa, sono degradati e fragili.

Necessita, perciò restaurare, secondo natura, nell'ecosistema dei cedui quello delle fustaie di latifoglie in equilibrio stabile e normalizzare così la tutela dell'ambiente. Ciò è possibile mediante il dirado selettivo del ceduo rispettando la composizione floristica esistente. La giovane fustaia selezionata col dirado assicura la continuità della copertura del terreno necessaria all’evoluzione positiva del suolo forestale che incrementa la biomassa legnosa della nuova foresta in restauro, per raggiungere i 2-300 m.c. ettaro in appena 25-30 anni. Solo il governo ad alto fusto (con turni intorno al secolo) consente alle varie specie arboree di svolgere liberamente le proprie funzioni, di tutela e paesaggistiche, in base alle loro caratteristiche come fissato dal Dna di ogni pianta, sfruttando la fertilità dei propri suoli. Questo ha datto il Rotary Club Parma Est nel giugno del '90, finanziando ileconomici a riprendere l’iniziativa e utilizzare nella propria dirado selettivo di restauro in un ceduo di faggio a Vallombrara di Corniglio -PR-. Poi il Club invitò gli Operatori  pubblicità il merito per aver concorso alla tutela dell’ambiente. Aderirono Federlegno-Arredo e COSMIT, allora presiedute da Franco Arquati, e con 100milioni, nel 1992-93, si realizzarono restauri delle foreste in 18 ha di cedui al Passo dello Zovallo di Bedonia (PR). E come sempre le fatiche e le attese del selvicoltore furono premiate.

Si propose anche un piano per restaurare le foreste di latifoglie in 3milioni di ettari di cedui in 20 anni, occupando circa 35.000 uomini l’anno compresi i dottori forestali con una spesa di circa 500 milioni di Euro (il dirado selettivo ha costi unitari inferiori a quelli dei rimboschimenti). Così l’attività selvicolturale potrà essere conservata nel tempo e nello spazio, legata all’esistenza della foresta che richiede diradi periodici del soprassuolo.

Divulgata la proposta, essa venne ufficializzata con una relazione dell’Arquati ed una, tecnica, dello scrivente presentate al 2° Congresso Nazionale di Selvicoltura, a Venezia il 26-06-98.

Successivamente, nell’ambito del "service" rotariano, la relazione tecnica fu trasmessa all’ENEA incaricata dai ministeri dell’Ambiente, Industria e Ricerca Scientifica di progettare l’applicazione del protocollo di Kyoto (1997). Nel novembre 1998, a Roma, con la Conferenza Nazionale Energia e Ambiente, si approvò, senza però finanziarlo, detto elaborato che prevedeva anche i restauri delle foreste in 2milioni di ettari di cedui in 20 anni: certamente un intervento straordinario nella storia forestale italiana. Le nuove foreste al termine dei lavori, per il loro maggior incremento legnoso rispetto a quello dei cedui, accumuleranno almeno 4miliardi 300milioni di m.c. di CO2 l’anno: diventeranno veri "bacini per la riduzione dell’anidride carbonica" (E. Giordano, '98). Fra le tante testimonianze si può citare quella della foresta ALTA VAL PARMA, oggi regionale: nella sezione Borello sotto strada la foresta in restauro (ha 18), di circa 80 anni, nel 1970 aveva una massa legnosa di 176 mc ha; nel 1999 ne fu accertata una di 526 m.c. ha, con un incremento medio corrente di m.c. 11, 66 anno ettaro. Una ragione in più per intervenire anche sul restante milione di ettari di cedui con l’intesa che, ove possibili, i restauri delle foreste debbono realizzarsi ovunque i cedui siano posti. Bisogna poi considerare che per tali lavori l’ENEA ha previsto solo finanziamenti pubblici in quanto le proprietà boschive ricavano redditi insignificanti dalla vendita dei legnami per la caduta dei prezzi di questi a fronte dell’aumento dei costi della mano d’opera.

Occorre ricordare che solo con l’alto fusto si normalizza la tutela dell’ambiente: infatti è la fustaia a conservare la biodiversità e la capacità a rinnovarsi, a depurare l’atmosfera dalla CO2, a produrre e proteggere un fertile e profondo suolo forestale. Questo s’imbibisce d’acqua per alimentare il flusso della linfa grezza della fotosintesi (dando continuità alla vita) e per impinguare le falde freatiche (oggi una risorsa sempre più preziosa) concorrendo – secondo natura – alla difesa idrogeologica. Ancora: l’intensità della fotosintesi dell’alto fusto di latifoglie è quasi doppia rispetto a quella del ceduo. Ne deriva che il diverso consumo di energia solare e il rilascio di vapore acqueo superiore nelle fustaie, rendono l’ecosistema freddo e umido, ostico ai fuochi radenti terra; all’opposto, l’ecosistema del ceduo è caldo e secco facilmente infiammabile anche perché le chiome sono vicino terra. Così l’alto fusto di latifoglie protegge anche la fustaia di resinose dalla minaccia degli’incendi. Poi le foreste possono ospitare i licheni alcuni dei quali sono in grado di fissare l’azoto atmosferico. Questi, giunti alla fine del loro ciclo vitale o, per altri motivi, cadono sul suolo dove vengono ricliclati e mineralizzati; e l’azoto, come gli altri sali minerali, si raccoglie nella linfa grezza della comunità vegetale, a nutrimento degli organismi. E altro ancora. Perciò le citate Conferenze internazionali mirano alla piena efficienza delle foreste esistenti e, a maggior ragione, al loro restauro nei fragili boschi cedui mediante l'incremento dello spessore del loro biovolume costituente l'ecosistema forestale. A questo proposito un esempio: la Provincia Autonoma di Trento, dal 1954, per i propri boschi passò ".. alla coltivazione basata su modelli naturali .." (M. Pedrolli, 1997) sinonimo di selvicoltura naturalistica ed oggi i piani di gestione sostenibile interessano quali tutte le foreste e tali piani, per più del 50%, sono alla terza revisione. Riducendo e rinviando le tagliate, si sono arricchite le provvigioni legnose, restaurando, in modo naturale, le foreste. Infatti le biomasse legnose sono lievitate da 26 a 51,6 milioni di m3 (31-12-2000); si prevede il raggiungimento della meta dei 60 milioni di m3. Inoltre nella metà delle fustaie assestate le piante monumentali, con diametri sopra i 50 cm, rappresentano più del 50% del volume e sono triplicate in quarant'anni. Qui si registrano annualmente 90 milioni di visite in foresta con danni limitati a casi localizzati. Certamente il restauro volumetrico accresce la naturalizzazione del plesso suolo forestale-alto fusto migliorandone anche la funzione di laminamento degli afflussi nei compluvi delle pendici (M. Pedrolli 1997). Infatti il suolo forestale si comporta come una cassa di espansione naturale per soddisfare le necessità idriche - fisiologiche e fisiche - degli ecosistemi forestali: una parte, secondo natura, della sistemazione idraulica dei corsi d'acqua. Perciò le foreste debbono essere tutte efficienti.

Le funzioni ricordate, rese dalle fustaie di latifoglie e di conifere, sono sempre state fruite gratuitamente dalla società. Ma molti Autori le hanno stimate, e M. Merlo (1991) afferma la foresta essere un bene misto: pubblico e privato assieme. B. Giau (1998) dichiara che senza l'intervento della proprietà non si può attuare alcuna politica forestale. Sulla inapplicazione della n. 97/94 e dell'art. 9 riafferma le responsabilità dello Stato e delle Regioni. Ne deriva che la società deve saldare il debito contratto con le proprietà boschive, assumere la spesa per fare selvicoltura finanziando i piani di gestione sostenibile delle foreste e il funzionamento degli Enti di sviluppo forestale autonomi (in ragione di circa una persona per 1.000 ettari e 30 euro per ettaro, l'anno), indispensabili per accorpare le proprietà forestali – polverizzate e disperse - in vasti complessi, e rendere attuabili detti piani. Le leggi n. 3267 del 1923, n. 991 del 1952 e la n. 97 del 1994, che prevedevano la concessione di contributi per la costituzione dei consorzi forestali, hanno trovato scarsa applicazione. L’adesione agli Enti Forestali potrà essere agevolata utilizzando i redditi dominicali della proprietà boschiva desunti dai certificati catastali. A costo zero, in modo rapido e trasparente, garantendo a tutti il proprio diritto, si potrà stabilire l’ammontare delle quote, o azioni, in un rapporto diretto tra il valore del reddito dominicale della proprietà e il totale confluito nell’Ente. Se questo, poi, sarà amministrato come una S.p.A. col pagamento dei dividendi (derivati dalla vendita del legname e poco altro) la rendita della foresta, da sempre periodica e posticipata, diventerà annuale. Così le proprietà boschive saranno nuovamente indotte a svolgere la loro fattiva e capillare azione di tutela dell’ambiente, promuovendo una forte e costante occupazione di dottori forestali ed operai, attivando l’evoluzione naturale della foresta verso la formazione climax, nell’interesse e per il bene delle nostre popolazioni. I restauri delle foreste dal 1960, hanno interessato: in Provincia di Trento 30.000 ettari di cedui (M. Pedrolli, 1997), nella Regione Emilia Romagna 27.000 ha; altre realizzazioni sono state effettuate in Friuli Venezia Giulia (P.L. Bortoli, 1997) e in altre Regioni.

Per avviare questa azione di restauro del nostro patrimonio forestale, auspicabile anche in altri territori europei, occorrerà promuovere una nuova politica forestale. Anche perché è tempo di fare riscoprire la simbiosi che da sempre, e per sempre, lega l’Uomo alla foresta e la foresta all’Uomo.

 

Le risorse finanziarie

Si premette che gli Stati Firmatari e l'U.E. hanno approvato la Dichiarazione di RIO su "Ambiente e Sviluppo" (1992).

Con la Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Foreste a Helsinki (1993) si è convenuto che "Gestione sostenibile" significa: conservazione e uso delle foreste e delle terre in un modo, e ad un ritmo, che mantengano le loro biodiversività, produttività, capacità di rigenerazione, vitalità ed il loro potenziale di soddisfare, ora ed in futuro, rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali ai livelli locale, nazionale e globale e da non causare danni agli altri ecosistemi. Tali concetti sono sempre stati ribaditi con le altre successive Conferenze e sempre sottoscritti dai Governi. I quotidiani, poi, nello scorso febbraio, hanno dato notizia che l'U.E. ha ratificato il protocollo di Kyoto (1997). Pertanto s'impone la "Gestione Sostenibile delle Foreste" mediante l'elaborazione, ed attuazione, dei piani di gestione sostenibile delle foreste (o piani di assestamento) relativi a vasti complessi forestali, oltre i diecimila ettari circa. Gli oneri relativi, come motivato, sono tutti a carico della Società, fruitrice delle insostituibili funzioni di tutela e paesaggistiche rese dalle foreste di alto fusto. Questo anche per favorire l'indispensabile accorpamento della polverizzata e dispersa proprietà boschiva italiana. Le iniziative proposte vanno completate con l'istituzione di una BORSA del legno per creare un solo, trasparente, mercato. Il piano di gestione sostenibile delle foreste, relativo al nostro patrimonio, va trasmesso all'U.E., responsabile della politica forestale comunitaria, per concordare gli opportuni interventi in sintonia con gli impegni assunti in sede internazionale. Così si potrà fare selvicoltura in Italia favorendo la permanenza delle nostre popolazioni montane nelle proprie case.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia

 

Giornate preparatorie del 2° Congresso Nazionale di Selvicoltura.

-

Gestione e valorizzazione delle risorse forestali: problemi prospettive (B. Giau) — Vercelli 28-2-98 — Editore Regione Piemonte

 

Riflessione su quarant’anni di selvicoltura trentina. (M. Pedrolli)

-

Selvicoltura e gestione forestale nella Regione Friuli Venezia Giulia.

Trento 13 giugno 1997 editore Provincia autonoma.

-

Firenze, 20 febbraio 1998, Selvicoltura dell'Appennino Centrale "Verso il Congresso di Venezia" (E: Giordano) Edizioni Regione Toscana

MAF

Primo inventano nazionale realizzato dal Corpo Forestale dello Stato (1985).

Maurizio Merlo

Elementi di economia ed estimo forestale — ambiente

Patron editore (1991).

G. Patrone

Economia Forestale, Tipografia Coppini Firenze, 1970

L. Codemo

Aspetti evolutivi delle aree montane in Italia dopo il 1970, Annuario di Economia Montana I° edizione Istituto Nazionale Economia Montana, 1986 Roma

Umberto Poggi

"Conversioni di cedui in Garfagnana" da "La valorizzazione delle risorse forestali italiane". Promosso dalle Accademie Nazionale di Agraria, Economico agraria dei Georgofili e Italiana di scienze forestali. Firenze 1979.

Il "Cammino" Del Restauro Delle Foreste

Dicembre 1989: il socio Sebastiano Ricci presenta al Rotary Club Parma Est una relazione sul restauro naturale delle foreste di latifoglie nei boschi cedui.

 

Febbraio 1990: il Consiglio del Rotary Club Parma Est delibera di finanziare un restauro di una foresta in un ceduo radicato a Vallombrara di Corniglio (PR).

Approvazione del progetto elaborato dal Consorzio delle Comunalie Parmensi, previo esame tecnico del C.F.S.

 

Giugno 1990: esecuzione del progetto di restauro.

 

Aprile1991: realizzazione della videocassetta "L’uomo e l’Albero", con il sostegno della Compagnia Generale Riprese Aeree S.p.A

 

Febbraio 1992: il Cav. Lav. Franco Arquati presidente di Federlegno-Arredo e Cosmit aderisce all’iniziativa del restauro delle Foreste.

 

17 settembre 1992: a Bologna Fiere convegno "Il restauro delle foreste" organizzato dal Rotary Club Parma Est, Federlegno-Arredo e

Cosmit. Relatori: Prof Gabriele Tristano Oppo (Governatore del

Distretto 2070 del Rotary International), 5. Ricci (Past President del RC. Parma Est), G. Ferroni (Presidente del RC. Parma Est), A. Alessandrini (Direttore Generale del C.F.S.), F. Arquati (Presidente Federlegno-Arredo e Cosmit), L. Morucci (Presidente Assolegno), U. Bagnaresi (Prof Ord. nell’Università di Bologna), F. Cantarelli (Prof. Ord. nell’Università di Parma).

 

Settembre 1992: Cosmit e Federlegno-Arredo finanziano — con un’assegnazione di 100 (cento) milioni — anche il restauro delle foreste in 18 ettari di boschi cedui al Passo dello Zovallo in comune di Bedonia (Parma).

 

18 novembre 1992 - Corriere della Sera "Le foreste? Resstauriamole" di Luciano Mondini

 

Febbraio 1993: richiesta all’Unione Europea di un Regolamento ad hoc per il restauro delle Foreste, in quanto i boschi cedui europei sono estesi su 14.261.000 ettari, pari al 30,5% del patrimonio boschivo comunitario.

 

25 Aprile 1993: Il Giornale, pubblica l’articolo "Cercasi Sponsor per la natura" di Mario Pavan e Sebastiano Ricci.

 

Ottobre 1993: Promossa dal Rotary Club Parma Est, presentazione al Senato della Repubblica del Progetto di Legge n. 1.605 (primo firmatario G.P. Mora), volta a detassare le spese sostenute dagli operatori economici e dai privati proprietari per i restauri delle foreste nei cedui.

 

Maggio 1996: il Progetto di Legge n. 1.605, viene ripresentato alla Camera dei Deputati con il n. 191 (primo firmatario V. Spini).

 

30 Marzo 1995: Convegno a Roma "La qualità ambientale per il rilancio dell’occupazione". Il Convegno è tenuto nella Sala del Refettorio, Camera dei Deputati, Montecitorio, ed è organizzato dall’A.E.R.A. (Associazione Europea Rotary per l’ambiente) con la collaborazione dell’Associazione Forestale Italiana (ente morale di Federlegno Arredo) e del Rotary Club Parma Est ed il sostegno finanziario della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza e Fondazione Cassa di Risparmio di Parma. — Presiede Prof Dott. Giancarlo Nicola (Presidente A E R A) Relatori: D. Massa (Prof Ord. nell’Università di Bologna), B. Agricola (Dirett. G. M. Ambiente), 5. Rosato (Consigliere M. Lavoro), A. Alessandrini (Dirett. Gen. C.F.S.), F. Arquati (Presidente Federlegno-Arredo), P Freschi (Consigliere, Anida), C. Giglioni (Presidente Com. Scic A E R A), On. Valdo Spini.

Il Presidente di Federlegno-Arredo, Cav. Lav. Franco Arquati ha presentato il progetto del Restauro delle Foreste nei boschi cedui, e ha sollecitato l’approvazione del Progetto di Legge n. 1.220/94.

 

Aprile 1996: Gli atti del convegno "La qualità ambientale per il rilancio dell’occupazione" sono stampati in 41.000 copie, inviati a tutti i rotariani italiani, agli imprenditori di Federlegno-Arredo, a Confindustria, alle scuole (licei ed istituti tecnici per periti agrari e per geometri), Presidenza del Governo, Ministeri, Presidenze regionali, rappresentanze politiche ecc.

 

15 novembre 1997: Convegno a Parma, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Parma con l’alto patronato del Presidente della Repubblica; con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro Forestali. Hanno organizzato il Convegno: Federlegno-Arredo, Unione Parmense degli Industriali, Direzione Generale per le risorse forestali m. e i., Consulta Nazionale per le foreste ed il legno, Accademia i. di Scienze Forestali; Rotary International D.2070, Rotary Club Parma Est, A.E.R.A.. Hanno contribuito Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Camera C.I.A.A. di Parma, Banca Monte Parma, COSMIT (Comitato Organizzatore Salone del Mobile Milano) CNEL Gruppo di lavoro sul legno, AFI (A. Forestale Italiana), Istituto di Studi Superiori della Montagna di Trento. Relatori: F. Arquati Presidente Federlegno; S. Ricci già Responsabile del C F S per l’Emilia Romagna; C. Borgomeo Presidente della Soc per l’Imprenditoria Giovanile, 5. Incoronato Dir. Gentile. C F 5, A Benassi docente d’Economia Montana della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Parma, R. Confalonieri Coordinatore Gruppo di Lavoro del CNEL, E. Giordano docente selvicoltura e assestamento forestale della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo).

Tavola Rotonda: L: Morucci Presidente Assolegno, P.L. Ferrari Presidente F.N. Consorzi Forestali, A. Alessandrini Presidente Fon. Becker —Pro Selvicoltura, P. Nervi docente economia politica montana e forestale Fac. Economia Università di Trento, V. Spini Presidente Com. per Difesa Camera Deputati, U. Bagnaresi docente di selvicoltura della Facoltà di Agraria Università di Bologna, Renato Cocchi, Asses. del territorio programmazione e ambiente Regione Emilia Romagna.

 

Firenze, 15 Giugno 1998 — Salone dell’Accademia dei Georgiofili Seminario sulla Conferenza di Kyoto, organizzato dall’Enea e CNR.

Sebastiano Ricci presenta la relazione "Il Restauro delle foreste nei boschi cedui: i metodi, gli obiettivi".

 

Venezia, 25 Giugno 1998 — 2° Congresso Nazionale di Selvicoltura. I Dottori F. Arquati e S. Ricci hanno presentano due relazioni sul: "Il restauro delle foreste nei boschi cedui: un investimento sociale" il primo e "Il restauro delle foreste nei boschi cedui: il perché, i mezzi, le finalità", il secondo.

 

Parma, 3 Luglio 1998 — Convegno "La foresta appenninica, una risorsa multifunzionale: progetti e proposte". Regione Emilia Romagna; Ass. Territorio Programmazione Ambiente. S. Ricci presenta una relazione sul restauro delle foreste nei cedui.

 

Bologna, 9 Settembre 1998 — La Regione Emilia Romagna, rappresentata dall’Assessore al territorio Dott. Renato Cocchi, Federlegno Arredo, mandatario Franco Arquati Presidente dell’Associazione Forestale Italiana, e l’Uncem, rappresentata dal Sen. Alessandro Carri hanno firmato una convenzione volta a realizzare i restauri delle foreste nei boschi cedui oggi esistenti in Emilia Romagna. Premesso che in regione, secondo il recente inventano forestale, esistono 317.000 ettari di cedui, l’Assessore ha assunto l’impegno di destinare, in tempi brevi, ai diradi selettivi di restauro almeno il 10% di tale patrimonio. In tempi lunghi detti lavori dovranno interessare almeno il 50% della superficie a ceduo.

Il Cav. Lav. Franco Arquati, per conto di Federlegno Arredo, si è impegnato a ritirare, ai prezzi di mercato, tutto il materiale legnoso che sarà esboscato dalla proprietà.

31 marzo 1999 — Roma Palazzo del Quirinale promosso da Società Italiana degli Agricoltori; Consulta Nazionale Foreste e legno; Associazione Forestale Italiana. Si celebra la giornata "Boschi per il futuro, un progetto globale per la difesa e lo sviluppo del verde" Oltre al Presidente O.L. Scalfaro sono intervenuti i Presidenti Alfredo Diana, Franco Arquati (il promotore della giornata) il Presidente della Regione Basilicata il ministro delle politiche agricole De Castro. La giornata per la foresta sarà ripetuta in futuro in data 31 marzo.

In data 07/06/2000 il Rotary C. Parma Est (A.Bertora Pres.te e S. Ricci) e l’Associazione Forestale Italiana (Pres.te F. Arquati) hanno indirizzato una lettera a tutte le Regioni e Provincie Autonome Italiane affinché invitino il Governo nazionale a finanziare i lavori, previsti col "Patto per l’Energia e l’Ambiente" (Roma 25-28/11/1998) in adempimento alle direttive approvate con la Conferenza Internazionale di Kyoto (1997) sul mantenimento degli equilibri climatici, per assicurare la riduzione delle immissioni di CO2 nell’atmosfera entro il 2008 e 2012.

Aprile 2000 – Realtà nuova, (n.2) rivista dell’Istituto Culturale Rotariano pubblica un articolo "Una politica per il restauro delle foreste nei boschi cedui" di Sebastiano Ricci

16 giugno 2000 – nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano si è ripetuta, alla presenza del Presidente della Repubblica Ciampi, la giornata "Boschi per il futuro". Sono intervenuti i presidenti A. Diana, F. Arquati (ideatore della giornata) i ministri Pecoraro Scanio e Bordon, Enzo Ghigo Governatore del Piemonte e Presidente della conferenza delle Regioni, il Direttore Generale C.F.S. Giuseppe Di Croce.

Giugno 2001 - Alla videocassetta "L'Uomo e l'Albero", realizzata con il sostegno della Compagnia Gnerale Riprese Aeree Spa, viene rinnovato il commento audio e si aggiungono cinque diapositive grazie all'interessamento della DS Data Systems Spa.

19 ottobre 2001 - Roma, Palazzo del Quirinale. Nell'ambito della celebrazione della 3° giornata del Bosco viene illustrato il tema: "Obiettivo 2002: in Europa con i nostri boschi" finalizzato alla realizzazione della proposta del restauro del bosco nei cedui. Hanno presenziato: il Presidente della Repubblica C.A. Ciampi, il Presidente della Camera P.F. Casini, il Vice Presidente del Senato D. Fisichella, il Vice Presidente della Corte Costituzionale F. Santosuosso, i Ministri: Castelli e Mattioli, il Presidente della Regione Abruzzo G. Pace. Erano poi presenti: il Comandante Generale dei Carabinieri S. Siracusa, l'Abate Generale dei Vallombrosani L. Russo, il Presidente di Federlegno-Arredo R. Rodriquez, e dell'Assocarta G. dell'Aria Baroni, nonché oltre trecentocinquanta tra Docenti universitari, tecnici ed operatori del settore.

Sono intervenuti i Presidenti A. Diana, F.Arquati (ideatore della gioranata), il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali G. Alemanno, il Presidente della Regione Abruzzo G. Pace, il Direttore del C.F.S. G. di Croce. Ha chiuso la giornata l'intervento del Presidente Ciampi.

ALLEGATO 1 - Proposta di legge (N. 191/96 C.D.)

(Presentato On. V. Spini su segnalazione del Dott. F. Arquati)

Art. 1

1. Dopo la lettera i) del comma i dell’articolo 10 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, è aggiunta la seguente:

"i-bis) le spese sostenute per il restauro dell’alto fusto nei boschi cedui, con l’avviamento all’alto fusto nei boschi cedui esistenti, il miglioramento delle fustaie esistenti e la redazione dei piani di gestione e conservazione delle foreste nonché le erogazioni liberali ed i contributi versati ad enti o istituzioni pubbliche o associazioni legalmente riconosciuti o loro consorzi che, senza scopo di lucro, svolgono e promuovono le attività di cui sopra finalizzate alla tutela e al miglioramento dell’ambiente. Le spese sostenute devono risultare da apposita certificazione rilasciata dal Corpo forestale dello Stato competente per territorio previo accertamento della loro congruità. Allo stesso Corpo forestale regionale è demandato il compito di stabilire i tempi e i modi di attuazione dei restauri, dei miglioramenti e dei piani di gestione e conservazione di cui sopra nonché di vigilare sulla effettiva destinazione agli scopi preindicati delle erogazioni liberali fatte agli enti o istituzioni pubbliche o associazioni legalmente riconosciuti e loro consorzi"

2. Dopo il comma 2 dell’articolo 65 deI testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, è inserito il seguente:

"2-bis. Le spese, le erogazioni liberali ed i contributi di cui alla lettera i-bis) del comma i dell’articolo 10 sono deducibili nei limiti ed alle condizioni ivi indicati".

 

 

 

 

 

 

Proposta di legge patrocinata nel 1993 da Rotary C. Parma Est.

ALLEGATO 2 - Legge 31 gennaio 1994, n. 97

 

Nuove disposizioni per le zone montane.

(G.U. 9 febbraio 1994, n. 32, s.s.)

 

Art. 9. Forme di gestione del patrimonio forestale

1. Le comunità montane, singolarmente o in associazione tra loro, nell’ambito del proprio territorio e d’intesa con i comuni ed altri enti interessati, sono tenute a promuovere la gestione del patrimonio forestale mediante apposite convenzioni tra i proprietari. Possono altresì promuovere la costituzione di consorzi forestali, anche in forma coattiva qualora lo richiedano i proprietari di almeno i tre quarti delle superficie interessata. Tutte le forme di gestione previste dal presente articolo possono godere dei benefici previsti dall’art. 139, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3267, e successive modificazioni ed integrazioni.

2. Il Ministero delle risorse agricole, alimentari o forestali e il Ministero dell’ambiente, le ragioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono attribuire alle comunità montane e ai comuni montani finanziamenti per interventi di forestazione o di agricoltura eco-compatibile nell’ambito del piano forestale nazionale, nonché finanziare le quote di parte nazionale previste dai regolamenti CEE a completamento delle erogazioni a carico del Fondo europeo di orientamento e di garanzia agricola (FEOGA) e di programmi comunitari.

3. Le comunità montane individuano idonei ambiti territoriali per la razionale gestione e manutenzione dei boschi e promuovono in tali ambiti la costituzione di consorzi di miglioramento fondiario ai sensi degli artt. 71 e seguenti del R.D. 13 febbraio 1933, n. 215, ovvero di associazioni di proprietari riconosciute idonee dalle regioni e volte al rimboschimento, alla tutela ed alla migliore gestione dei propri boschi.

4. Le comunità montane possono altresì essere delegate dalle regioni, dalle province e dai comuni alla gestione del relativo demanio forestale.

5. Alle comunità montane e ai comuni montani, ai consorzi ed alle associazioni di cui ai commi 1 e 3 possono essere affidati con legge regionale compiti di manutenzione e conservazione del territorio a fini agricoli e paesistici, oltre che forestali, ed inoltre di tutela, assistenza tecnica, monitoraggio e ricomposizione ambientale e sorveglianza dei boschi di loro competenza. A tal fine detti organismi potranno beneficiare anche di contributi commisurati agli oneri derivanti dalle suddette attività, con finalità di interesse generale, assunti mediante apposite convenzioni pluriennali.

…omissis

1° Inventario Nazionale Forestale

Corpo Forestale dello Stato 1985

Statistica forestale: superficie forestale per Regioni, Province autonome e categorie inventariali

Allegato n. 1

LFN. 1985

SUPERFICIE FORESTALE TOTALE

Superfici in ettari

Ripartizioni per: Regioni e Province Autonome e categorie inventariali

Regioni o province autonome

Fustaie

Cedui

Popolamenti a produzione speciale

Formazioni particolari

Altre superfici (*)

Totale

E.S.

Piemonte

184 500

24.8

342.000

46

55.800

7,5

138.600

18,6

22.500

3

743.400

100

2,9

Valle d’Aosta

58.500

69,1

7.200

8,1

0

0

3500

16

5400

6,4

84.600

100

8,9

Lombardia

146.700

24,5

285.300

47,7

47.700

8

91 800

15,3

27.000

4,5

598.300

100

3,4

Prov Bolzano

232.200

73,7

13.500

4,3

900

0,3

47.700

15,1

20.700

6,6

315.000

100

4,0

Prov. Trento

216.000

60

79.200

22

0

0

48.600

13,5

16.200

4,5

360.00

100

3,2

Veneto

134.100

38.2

123300

35,1

5.400

1,5

77.400

22,1

10800

3,1

351.000

100

4,6

Friuli V.G.

111.600

38,5

74.700

25,8

2.700

0,9

95.400

32,9

5.400

1,9

289.800

100

4,4

Liguria

54.900

14,7

242 100

64,7

0

0

66.600

17,8

10.800

3,1

374.400

100

2,7

Emilia Romagna

39.600

8,7

280.800

61,8

23.400

5,1

82.800

18,2

27.900

6,1

454.500

100

4,0

Toscana

108.900

11,1

671 400

68,3

18.900

1,9

141 300

14,4

42.300

4,3

982.800

100

2,3

Umbria

33.300

9,9

248.400

73,8

0

0

45.000

13,4

9.900

2,9

336.600

100

4,0

Marche

25.200

11,2

164.700

73,5

1.800

0,8

24.300

10,8

8.100

3,6

224.100

100

5,6

Lazio

64.800

13,9

283.500

60,8

7.200

1,5

83.700

18

27.000

5,8

466.200

100

3,8

Abruzzo

108.900

33.8

116.000

36

2.700

0,8

86.400

26,8

8.100

2,5

322.200

100

4,4

Molise

199.800

15,3

75.600

58,3

0

0

30.600

23,6

3.600

2,8

129.600

100

7,0

Campania

63.700

17,3

181.800

48

22.500

5,9

90.000

23,8

18.900

5

378.900

100

4,1

Puglia

54.900

36,7

54.900

36,7

0

0

27.000

18,1

12.600

8,4

149.400

100

7,5

Basilicata

109.800

37,3

73.800

25,1

900

0,3

98.100

33,3

11.700

4

294.300

100

4,6

Calabria

224.100

38,8

1.444.900

25,1

18.000

3,1

163.800

28,4

26.100

4,5

576.900

100

3,1

Sicilia

117.900

44,3

63.000

23,6

3.600

1,4

68.400

25,7

13.500

5,1

266.400

100

5,5

Sardegna

67.500

6,9

147.600

15,1

77.400

7,9

639.900

65,5

44.100

4,5

976.500

100

2,3

ITALIA

2.178.900

25,1

3.673 800

42.3

288.900

3,3

2.160.900

24,9

372.600

4,3

8.675.100

100

0,9

(*)Superfici temporaneamente prive di soprassuolo e superfici incluse.

 

Boschi cedui ripartiti per specie.

I.F.N. 1985

Tabella CS2

Composizione (specie dominante)

Superfici in ettari (% in grassetto)

TOTALE

 

Castagno

373.300

10,1 %

Faggio

331.200

9 %

Cerro

208.800

5,7 %

Leccio, sughero

137.700

3,8 %

Rovere, roverella, farnia

539.100

14,7 %

Carpini

160.200

4,4 %

A dominanza di altre specie

1.921.500

52,3 %

TOTALE

3.673.800

100 %