ASSEMBLEA DISTRETTUALE 2001-2002

RIFLESSIONI DI ATTUALITA’

Gli interventi che presento alle riunioni distrettuali di formazione sono interventi "tecnici" che, per dirla in termini giornalistici, hanno lo scopo di trasmettere fatti e non opinioni.

In occasione di questa Assemblea distrettuale, però, Franco mi ha chiesto di affrontare il tema della formazione e dell’informazione da un altro punto di vista, un punto di vista che chiamerei piuttosto "politico" e che vuole trasmettere opinioni costruite sui fatti.

Ecco quindi che, questa volta senza trasparenze, senza proiettori o computer, penso di proporvi, così come titola il programma, alcune riflessioni d’attualità, quelle che mi sembrano le più significative in questa fase importante e singolare della vita della nostra Associazione.

La prima di tali riflessioni è questa: "Il Rotary sta ripensando se stesso".

Nel 2005, e non siamo davvero lontani, il R.I. compie 100 anni ed in quest’ultimo scorcio del suo primo secolo di vita sente il bisogno stringente di progettare il suo futuro, operando scelte e prendendo decisioni che gli consentano di stare al passo con i tempi e di far fronte agli sviluppi di tipo esponenziale che la società e la tecnologia impongono.

Certamente il R.I.

Direi piuttosto che il R.I.

In altre parole ed in ultima analisi il R.I. sta ripensando i suoi modi di essere, di fare, di far sapere.

La seconda riflessione è questa: "Il ripensamento è globale".

Esso è globale perchè va ad incidere sui contenuti e sui modi di vita e di sviluppo della nostra Associazione.

In termini di contenuti il ripensamento è globale in quanto coinvolge ogni elemento della struttura rotariana ed infatti:

In conclusione si può ritenere che il ripensamento riguarderà alla fine anche il R.I., come potremo vedere con maggiore chiarezza dopo le decisioni dei Consigli di Legislazione 2001 e 2004.

In termini di modi il ripensamento è globale:

La terza ed ultima riflessione è questa: "Il ripensamento ruota intorno a tre cardini: Managerialità, Formazione, Funzioni".

Approfondiamo questi aspetti.

Managerialità

Con il termine "Managerialità" intendo indicare il modo, generalmente accettato, di affrontare e gestire il funzionamento e lo sviluppo di organizzazioni particolarmente articolate e complesse.

In tale ottica il Piano Direttivo Distrettuale, adottato ormai dal nostro Distretto e reso obbligatorio per tutti i Distretti a partire dal 1 Luglio 2002, è la più significativa testimonianza di come il R.I. intenda affrontare le sfide del suo secondo secolo di vita.

E’ agevole infatti richiamare numerosi elementi che confermano il carattere di managerialità insito nelle scelte del R.I.:

Formazione

Il Ciclo di Formazione dei Dirigenti distrettuali e di club, raccomandato di recente dal R.I. e già messo in atto nel nostro Distretto, è la più concreta dimostrazione di come il R.I. intenda porre l’addestramento e l’informazione al centro dei suoi piani e delle sue strategie.

Le caratteristiche essenziali del Ciclo di Formazione e degli incontri che esso stabilisce sono la organicità e la razionalità.

Esso infatti si pone come quadro di riferimento sia per quanto riguarda i dirigenti ed i soci chiamati a partecipare agli incontri, sia per quanto riguarda i contenuti degli incontri stessi.

In termini più specifici il Ciclo di Formazione si rivolge:

In aggiunta è importante segnalare che, finalmente, il R.I. prende ad occuparsi e preoccuparsi anche della formazione nei club.

Non posso non ricordare poi, per completezza, la creazione della nuova figura dell’Istruttore distrettuale.

Funzioni

Sono l’elemento di base che coinvolge più direttamente i club.

I club sono abituati da tempo ad organizzare la propria struttura operativa istituendo annualmente commissioni raggruppate nelle tradizionali Vie d’Azione.

Il R.I. è ben consapevole del fatto che le Vie d’Azione conservano tuttora integra, ed anzi esaltano sempre più, la loro forza di impostazione e di orientamento per l’Associazione.

Il R.I. però si rende anche conto che lo schema di distribuzione dei compiti alle commissioni basato sul riferimento alle Vie d’Azione non è più adeguato a sostenere le necessità operative dei club e soprattutto a garantire quell’efficienza che oggi, e più di sempre, è ad essi richiesta.

Allo scopo di far fronte a tale carenza il R.I. raccomanda quindi ai club l’adozione progressiva di un nuovo schema di istituzione delle commissioni basato non più sulla loro appartenenza ad una delle Vie d’Azione, ma sulle effettive funzioni primarie che le commissioni stesse sono chiamate a svolgere per dimostrare l’efficienza propria e del club nel suo complesso.

Il R.I. indica con chiarezza le funzioni che vanno così ad assumere man mano un ruolo fondamentale nelle aree operative dei club.

Esse sono:

Il riferimento alla funzione anziché all’appartenenza risulta già adesso evidente:

Questa è certamente l’ultima Assemblea del nostro Distretto che vede le sessioni tematiche parallele organizzate secondo le Vie d’Azione, la prossima Assemblea dovrà essere organizzata sulla base delle funzioni descritte e secondo lo schema indicato.

Del resto anche il Distretto dovrà quanto prima superare lo schema tradizionale per le commissioni, così come già da tempo lo ha superato il R.I. con l’adozione delle "Task Forces".

E siamo alla conclusione.

Mi ero proposto di presentare un quadro sufficientemente completo e chiaro di come e verso dove sta muovendosi la nostra Associazione, pur partendo da spunti isolati e per ora disarticolati.

Spero di esserci riuscito, ma soprattutto spero che queste mie riflessioni riescano a stimolare le vostre riflessioni.

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Paolo Margara, RC Viareggio-Versilia
(Istruttore Distrettuale)